Giovedì 7 ottobre ore 17, al Lyceum Club Internazionale in via degli Alfani 48, Firenze
La S.V. è invitata alla presentazione del libro di Gigliola Tallone
Virginia Tango Piatti “Agar” Una vita per la pace. La vita, le opere la corrispondenza
Ed. Transfinito 2010
Per L’occasione è stata allestita un’esposizione fotografica e documentale di Agar, socia del Lyceum Club Internazionale dal 1913 al 1926.
Documenti e lettere inedite di consocie del Lyceum, Silvia Bemporad, Gina Lombroso Ferrero, Maria Fasola…; di Dino Campana, Raffaello Franchi, Roberto Bracco, Arrigo Levasti, Giovanni Costetti e molti altri amici di Agar
Ne parleranno Mirka Sandiford, Ernestina Pellegrini, Enza Biagini
Sarà presente l'autrice
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29 ottobre 2010 - Archivio Storico di Tarquinia.
Conferenza incentrata sul rapporto tra Virginia Tango Piatti Agar e l'editore Menotti Pampersi.
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Scheda di presentazione del libro di Gigliola Tallone
Ascoltare una voce interna, e desiderare di farla venire alla luce, ha poco a che fare con l’immagine stereotipata dell’artista solitario e ispirato: è soprattutto applicazione, volontà, costanza e misura.
Niente è più entusiasmante ed elettrizzante che verificare un’intuizione con l’accanita applicazione di tutte le energie fisiche e mentali.
La forte personalità del capostipite, mio nonno Cesare Tallone, ha trasmesso questa eredità spirituale ai figli, come albero su cui è spuntato un ramo fertile di genialità.
Ho fondato, il 1990, l’Archivio Tallone per conservare la memoria della famiglia, dedicandomi a raccogliere, insieme ai documenti di proprietà, le testimonianze di altra provenienza.
La famiglia Tallone era per sua scelta - e lo è ancora - una famiglia allargata, che adottava i simili in sensibilità e cultura. Ne va che come amici possiamo avere solo quelli che ci assomigliano nella sincerità, che si avventurano nell’arte, che specchiano se stessi senza pudori, coi quali possiamo creare un mondo di affinità elettive che si rigenera ad ogni stimolo della memoria, una specie di ecosistema di differenti ma spiccati individualismi, uniti dalla sincerità d’intenti e totale disinteresse, conservato con l’affetto e la stima e trasmesso di generazione in generazione, in modo reciproco.
Una meticolosa e annosa ricerca, che non tralascia di indagare sui Tallone e collaterali fino alla sesta generazione ascendente a partire dalla mia, ha imposto alcune scelte, privilegiando le forti ed amatissime personalità del padre Cesare e del figlio primogenito Guido, i pittori di famiglia a cui ho dedicato due volumi monografici. Emergono nel contesto le personalità dei figli maschi, Cesare Augusto (Cesarino), liutaio di fama internazionale, costruttore di pianoforti amati da Arturo Toscanini e Benedetto Michelangeli; Alberto (Madino) stampatore di raffinatissima tempra, ed Ermanno (Chicco), indimenticato cultore d’arte.
Potevo dimenticare le donne di famiglia?
Sibilla Aleramo, amica intima, scrisse che avevano la vocazione al martirio, parlando della moglie di Cesare Eleonora, e, tra le figlie, dell’adorata Teresa, alla quale dedica parole alte e nobili, e di Ponina, l’ultimogenita, pianista e disegnatrice, entrambe prodighe di tutte le loro ineffabili energie a sostenere i mariti, il critico Somarè e il teosofo Ciliberti.
Era ora di parlare del genio femminile di famiglia ed ho cominciato, come mi hanno insegnato fin da bambina, dal compito più difficile, a ripercorrere la vita della sorella di mia nonna, Virginia Tango - del cui carisma ho un indelebile ricordo - che fu, più che zia provvidenziale, una seconda madre dei figli della prolifica sorella.
Era mia intenzione dare costrutto storico alla sua figura dai contorni troppo sfumati, ho invece dedicato a lei doverosamente questo libro, frutto di una ricerca quasi quinquennale.
Scultrice, poetessa, pianista, scrittrice di deliziose novelle per l’infanzia e di commedie, traduttrice, prolifica giornalista, alla causa della Pace ha offerto la sua pace personale e i suoi talenti.
Legata alla madre e affezionatissima al padre, Vincenzo Tango, Procuratore Generale della Corte dei Conti, e immersa, fin da adolescente, nel clima artistico fervidissimo e anticonformista dell’ambiente della sorella e cognato Cesare Tallone, frequentato da intellettuali di radice socialista - il cognato di Cesare, l’ingegnere e inventore Guglielmo Davoglio era il segretario del movimento socialista bergamasco - e colleghi e allievi, sia a Bergamo, che a Milano l’inizio ‘900, Virginia sviluppa la sua innata sensibilità artistica, che si evidenzia nel suo lavoro di giornalista, insieme alla precoce presa di coscienza delle istanze sociali.
Dai primi articoli rintracciati, a firma Agar, ante Prima Guerra Mondiale, dedicati all’educazione dell’infanzia, presto, in un contesto quasi totale di intellettuali interventisti, dedica la sua penna moderna e sintetica a durissime e coraggiose espressioni di condanna del massacro che sconvolge l’Europa, cariche di dolente cronaca e corrosivo sarcasmo.
Fu donna che combattè per le donne dichiarandosi “antifemminista convinta”, termine, quello del Femminismo, che evita puntualmente, inventandosi la parola “donnesco” per indicare ogni frutto creativo della donna. Lontana anni luce dalle Suffragette, che definiva “nefaste” e controproducenti alla loro stessa giusta causa, sentiva il ruolo della donna come fondamentale artefice dell’unione della famiglia, la prima pietra su cui poggia la società.
Amica della milanese Rosa Genoni, fondatrice il 1915 a Milano della sezione italiana della WILPF, (Lega Internazionale Femminile per la Pace e la Libertà) della contessa Vanna Piccini, di Paola e Gina Lombroso, di Ada Negri, Neera, Leda Rafanelli, Cecilia Deni, Matilde Serao, si accosta alla nobile causa per la pace della Lega fondata da Jane Addams.
Fu socia del Lyceum Club femminile di Firenze, sua città natale, dal 1913 al 1926, e attiva in quello di Milano, e prestò il suo servizo alla Croce Rossa fiorentina per l’assistenza dei reduci feriti. Fondò e diresse il 1920, nella sua casa, la Sezione fiorentina della WILPF. Rappresentò l’Italia come delegata in pieno Fascismo, a Washington il 1924 e a Dublino il 1926, sopportando, per la sua funzione di membro della commissione per la stampa internazionale, durissime privazioni per l’ascia della censura.
Fu iscritta nel Casellario Politico Centrale il 1928, tra le tre possidenti delle 517 sovversive toscane. Esule volontaria a Parigi, fu recapito parigino di Carlo Rosselli e ne poggiò la causa col figlio Sanzio (Rori), militante in Giustizia e Libertà.
Sopravvisse, al ritorno in Italia, al bombardamento che il febbraio 1943 distrusse un’ala della casa di Alpignano e vide tra gli undici morti la nipote Milini, moglie del poeta Oreste Ferrari e pianista di immenso talento, con la figlia Allegra, già provetta violinista.
Non vinta dal trauma, venne arrestata a Torino per la diffusione di volantini antifascisti, incarcerata alle Mantellate di Firenze, infine ospite nei campi di concentrazione svizzeri.
Nel libro ho raccolto le testimonianze di molti intellettuali, a partire dal parente Roberto Bracco, per il quale Virginia si prodiga per riscattarlo dall’ingiusta mannaia del Fascismo, tentando di farlo espatriare a Parigi, il quale la elogia, la “invidia”, con commovente tenerezza, per lo stoico coraggio, per lo spirito di sacrificio, per la sua fortezza d’animo, per la curiosità viva verso l’arte e la cultura.
E’ quindi una ricostruzione fedele della sua vita, dal fascicolo della Polizia Politica, e dalla corrispondenza salita alla luce in questa ricerca, da cui emergono inediti intrecci, con l’Aleramo e Dino Campana, a lei affidato dopo la rottura sentimentale, e del quale pubblco una lettera inedita; con la figura del profugo Zygmunt Perkowicz accolto nel seno della famiglia; con la duratura e intima amicizia con Paola Carrara e Gina Lombroso Ferrero e il figlio Leo; con il coraggioso editore tarquinese Menotti Pampersi che Agar coinvolge nel nobile progetto dei “Quaderni della Pace”. Preziosa è la testimonianza d’altri prestigiosi protagonisti del nostro ‘900, Amelia e Carlo Rosselli, Mario Novaro, Romain Rolland, Giovanni Costetti, Arrigo e Filli Levasti, Anna Kuliscioff, Guido Lodovico Luzzatto, Clemente Rebora, Fritz Bondy, Vanna Piccini, Gina Pagani, Luisa Santandrea, la parente Enrichetta Capecelatro D’Andria, Oreste Ferrari, Guglielmo Lucidi, Silvia Bemporad e altre consocie del Lyceum fiorentino, e le sue omologhe pacifiste della WILPF.
Ho prestato quindi volentieri nel libro la penna a lei e tutti i suoi amici, tra i quali aggiungo qui l’intima Felicie Cendrars, moglie del famoso poeta, unita all’attuale commossa testimonianza della figlia Miriam Cendrars; il giovane Raffaello Franchi; Leda Rafanelli. E tanti altri.
E nella straordinaria epopea di Guerra e di Pace che attraversa le due guerre mondiali, s’insinuano le lettere alla sorella Eleonora, donna di grande cultura e forte personalità, che si dedica alla poesia nei tempi rimasti dalla cura alla prole e l’assistenza al marito. Si leggono le passioni, gli affetti, le confidenze, le affinità culturali, gli intimi deliziosi particolari dei figli e nipoti, le dolorose note di premature morti, la difficile relazione col marito, il pittore Antonio Piatti, verso il quale è sempre pronta al perdono, al soccorso solerte.
E ancora, l’assillo per la guerra, la sfibrante missione per la Pace, le difficoltà economiche, la cura dei suoi due bambini Rosabianca e Rori, la lontananza di esiliata.
Senza mai vacillare, vediamo “zia” Virginia, generosa di sè con tutti, spiritosa, forte sempre, sollecita con Eleonora e i suoi figli, che, già adulti, continua ad assistere con le sue illuminazioni intelligenti.
Altra figura si profila, di fermezza tutta materna, quella della sorella Antonietta sposata a Carlo Ambrogio Poggi, figlio del Senatore Enrico, con i loro otto figli, dei quali Giuseppe Poggi, detto Mimmo, futuro valente architetto, definito da Piero Bargellini “sopraintendente amico degli artisti e dei poeti”, sarà sempre riconoscente dell’ospitalità ai tempi degli studi a Firenze, nell’ambiente della zia, ricco di fermenti intellettuali.
La ricerca nelle biblioteche sparse per l’Italia dei libri di Agar, le traduzioni, gli articoli giornalistici, le novelle, le commedie, offre infine la possibilità di conoscere una scrittrice di valore che ha limitato i propri talenti per la sua missione di Pace, a cui tutte le donne, per sua intima e fortissima convinzione, devono essere chiamate.
Gigliola Tallone, curatrice dell’Archivio Tallone
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