Cervi spirito giovane di un signore di altri tempi
Gigliola Tallone febbraio 2024
da sinistra Marco Albera Presidente dell'Accademia Albertina di Torino, io, Mario Cervi, Valentina Cortese, Circolo della Stampa Milano, 2005
Ho voluto molto bene a Mario Cervi. Storico insigne, giornalista di razza e uomo coltissimo, in lui era assente ogni presunzione. Non si imponeva mai nelle conversazioni ma arrivava preciso al punto con parole ferme e i suoi modi squisiti. Un uomo buono, un gentiluomo d’altri tempi sorprendentemente giovane di testa, curioso, sempre attento ai segnali del presente. È venuto come oratore alle presentazioni al Circolo della Stampa dei miei libri dedicati a mio zio Guido Tallone il 1998 e a mio nonno Cesare il 2005, e nel suo giornale ha pubblicato memoria degli eventi. Da buon storico e da amico di famiglia conosceva bene i Tallone e gli sono stata grata d’aver accettato il mio invito subito e con simpatia impareggiabile. Ci siamo incontrati tante altre volte, per strada col suo fedele barboncino color champagne, nel suo ufficio tra i suoni tipici delle redazioni - squilli di telefono, parole sottovoce, passi frettolosi - lui davanti al computer, quel mezzo moderno che aveva sostituito la fedele macchina da scrivere dei decenni precedenti, il cagnolino sdraiato accanto a fargli compagnia. Sempre gentile, sempre attento, e se per ragioni d’ufficio veniva distratto, tra una pausa e l’altra non perdeva mai il filo del discorso. Mi mancherà molto questo amico come uomo e come personaggio, al quale il mondo della cultura italiana deve molto, se della cultura quel mondo ancora si fa vanto
Gigliola Tallone