Guido Tallone e la laguna veneziana Di Gigliola Tallone, 2024.
Guido Tallone aveva frequentato la prima volta Venezia e le isole già ragazzo e poi tra le due guerre mondiali, ma vi trovò rifugio stabile dopo i bombardamenti alleati del 1943, che provocarono la morte della sorella Milini e la nipote Allegra con altri otto vicini rifugiati nella cantina della casa di Alpignano e la distruzione della sua casa di via Rugabella, 17 a Milano, con la perdita di tutti i suoi quadri, compreso il ritratto che aveva fatto a Ezra Pound a Parigi nella metà del anni’20.
Guido Tallone, Ritratto di Ezra Pound, Parigi 1925 c.
Solo Venezia poteva competere con l’amore per la casa avita di Alpignano. E il suo acuto sguardo di pittore voleva dipingere Venezia immergendosi nella sua atmosfera, su una gondola o legato col cavalletto a una boa, per captare la città lagunare dove l’eccelsa architettura si fonde e confonde con la mutevole trasparenza del cielo e dell’acqua. Guido Tallone. Dipinto, Isola di San Giorgio, Venezia 1934
Guido Tallone, dipinto, Case rosa a Venezia, 1947
Guido Tallone, il sindaco di Dorsoduro mentre mesce da bere ai suoi compagni sul bancone d’osteria in una calle del suo “sestiere” L’Illustrazione Italiana, Vita dei Pittori, Orio Vergani 4 gennaio 1948 Tallone pittore recordmen mondiale di caccia in palude, mentre dipinge le anatre da richiamo, in casa di Lisetta Zennaro L’Illustrazione Italiana, 4 gennaio 1948
Guido Tallone, dipinto la “Casa di Casanova” dove aveva studio a Torcello L’attracco della “Casa di Casanova dove Guido Tallone aveva studio, con la figlia dei fittavoli che mostra due quadri
Burano, “Da Romano”, io, mio zio Guido Tallone e la guida nella palude Chico
Sono stata testimone dell’affetto, generosità e simpatia dei buranelli, che non dimenticherò mai, come non dimentico che a Burano, tra i cari amici, ho conosciuto un ragazzo bello come un Apollo, che già emergeva nelle regate, semplice, intelligente e modesto. Zio Guido, quando l’ho presentato, ha esclamato “Nettuno!” Era coi pantaloni della muta, il torso nudo abbronzato e teneva la fiocina con la mano destra, coi capelli scuri ancora gocciolanti e il volto illuminato dagli occhi del colore della laguna al sole. Nettuno. Ogni minuto passato con zio Guido era un’avventura. A Burano aveva deciso di dipingere un paesaggio in una zona letteralmente assalita da zanzare e non potendo assolutamente rinunciare all’ispirazione aveva munito di sigarette, le tremende Gauloises, noi tre nipotine, padre e figlio proprietari del casone, dicendoci serissimo di non aspirare il fumo ma soffiarlo su di lui mentre dipingeva. Nella nuvola di fumo portò felice a termine il suo paesaggio. E poi tutti a mangiare polenta e baccalà sul grande tavolo di legno scuro con la brezza del mare che aleggiava attraverso il finestrone. Ma il suo capolavoro fu quando pensò di accogliere con dei cartelloni di benvenuto un cugino che veniva a trovarlo dalla Svizzera. Eravamo in quattro a prepararli mentre alcuni passanti incuriositi si erano avvicinati. Di bocca in bocca, passava la parola Svizzera e il cugino era diventato un visitatore prestigioso, un ministro, un capo di stato straniero…del resto non era immaginabile che si costruissero cartelloni per un semplice parente. In molti chiesero cartoni e pennelli e apparvero decine di cartelloni. Giunto l’orario d’arrivo del vaporetto, una fila attraversava tutto il paese, compresi anche i pochi stranieri. Non dimenticherò mai la faccia del cugino svizzero quando vide la folla al suo arrivo. E tutto si concluse con una grande bevuta offerta dal “maestro” come nella bella isola colorata chiamavano Guido Tallone. Burano, comitato spontaneo d’accoglienza al cugino svizzero, io col cartello “chiantti Barbera” Guido Tallone col cappello bianco
Vaporetto di Torcello, interno disegno di Guido Tallone, 1950 Torcello nella nebbia, disegno di Guido Tallone 1965
La casa di Olga Rudge a Dorsoduro abitata da Guido Tallone dal 1943 al 1958-59, foto attuale (2024), ringrazio il giornalista Maurizio Crovato. Gigliola Tallone, marzo 2024
|