La famiglia Tallone e gli antenati. Storia ed affetti del plurisecolare legame con Alpignano.

Per il cinquantenario alpignanese dedicato ai personaggi eccellenti, ho preparato una mostra fotografica e documentale delle cinque generazioni che mi hanno preceduto.
Per la scheda riguardante la mia mostra, alla quale sarà apposto l’annullamento postale, ho scelto una fotografia esemplare del rapporto tra la mia famiglia e la casa avita di Alpignano, prescelta da metà del 18º secolo come casa estiva, e sede di personaggi storici, nel campo giuridico-politico ed artistico. La didascalia sul retro della foto, in breve e’ una storia anagrafica dei miei antenati. Una mostra anastatica di documenti inediti, sarà compendio.

A richiesta dei conduttori della mostra, ho con piacere chiamato a partecipare alla manifestazione Carlo Alberto Pinelli, appartenente a una famiglia amica dei Tallone, e presente in Alpignano anch’essa da più generazioni.
Archeologo, scalatore e conquistatore di vette, professore all’Università di Napoli e documentarista raffinatissimo, Carlo Alberto Pinelli, per gli amici Betto, parlerà del padre Tullio Pinelli, sceneggiatore che ha fatto storia nella cinematografia italiana. Tra i suoi lavori lo sceneggiato televisivo “Eleonora” dedicato a mia nonna. Sarà proiettato il documentario inedito,“89 e 1/2”, sull'attività di Tullio Pinelli.

Come terzo intervento, mi inorgoglisco nell’aver proposto l’attenzione nei confronti dell’ingegnere Riccardo Arnò, esimio ricercatore, pioniere nel campo dell’elettrotecnica, docente per un trentennio presso la cattedra ad hoc del Politecnico di Milano, presso il quale ho svolto una ricerca che ho donato alla Biblioteca comunale di Alpignano, insieme a pubblicazioni di nostra proprietà avute dalla famiglia Arnò, e conservate nella casa di Alpignano. L’impulso è stato quello della riscoperta di una persona di grande valore ingiustamete dimenticata, appartenente ad una famiglia amica della mia per più generazioni e vicina di casa in Alpignano, nell’allora via Collegno, rinominata via Arnò alla sua morte, il 1928.
La mia preghiera di non lasciare nell’oblio un simile personaggio, è stata accolta, e le ricerche sono continuate da chi, più tecnico, ha esplorato i numerosi e importanti studii di Arnò,i suoi brevetti internazionali e il rapporto tra Arnò e l’Olivetti, essendo il fondatore anche compagno di studi di Arnò.
Accludo la ricerca donata ad Alpignano il 2007, sperando che un giovane laureando voglia dedicare la sua tesi a questo scienziato, operante tra il XIXº e XXº secolo, ma nella tradizione che ha distinto l’uomo esemplare, scienziato e umanista, del Rinascimento italiano.



Ponina Milini e Teresa giocanoi coi bambini nel giardino di Alpignano 1920 ca


Gli antenati

Vincenzo Tango

nasce a Napoli il 1832 dall’avvocato Francesco e Camilla Santorelli. Il brillante percorso della sua carriera, che culminerà con la carica di Procuratore Generale della Corte dei Conti nel 1897, inizia a Torino presso Antonio Tarizzo Borgialli da Favria, Capo Divisione della Corte dei Conti, Controllore delle Regie Finanze e Direttore dell’Ospizio di Maternità di Torino, sposato a Virginia Jaquet, figlia di Maria Cecilia Paola Musso di Salassa e di

Antonio Jaquet
Nasce a Chaumont nel 1770 avvocato, deputato del corpo legislativo in Parigi, giudice regio d’Exilles e di Chaumont, amministratore civile di Susa e Provincia in qualità di vice intendente, poi Sottoprefetto, Commissario di guerra e membro del corpo legislativo piemontese. Fu autore di un avvincente testo socio economico e demografico della valle di Susa, anno X, calendario rivoluzionario 1802, de l’Imprimerie National, Turin, e dette il suo contributo di studioso alla costituzione del Codice Napoleonico.
Tra i numerosi fondi, i Jaquet-Musso contavano la casa di Alpignano di via Collegno, poi via Arnò (dal 1928). Pur vivendo in Torino, frequentavano la casa nei lunghi periodi estivi fino ad ottobre. Era la casa e la cascina cui facevano capo i prodotti raccolti e poi inviati al mercato. Amministrazione per tradizione delle donne della famiglia.
Nel periodo della campagna napoleonica, la casa fu adibita ad alloggio per gli ufficiali e il rustico a fureria. Fu visitata dal Buonaparte e dal giovane Marie Henry Beyle, allora sottotenente IV Dragoni, che sarà famoso col nome di Stendhal.
Nel 1861 Vincenzo Tango diventerà genero di Antonio Tarizzo Borgialli, sposando la figlia Paola. Mettono al mondo quattro figli: Eleonora [mia nonna paterna n.a.] e Antonietta nascono a Torino il 1863 e 1865, Francesco e Virginia a Firenze il 1867 e 1869.
I luoghi di nascita segnano i trasferimenti della Corte dei Conti che il padre raggiunge nei nuovi insediamenti burocratici, al mutare le capitali del nuovo Regno, fino a sistemarsi definitivamente a Roma il 1872.
Vincenzo Tango, commendatore dei Santi Murizio e Lazzaro, era uomo di vasta cultura e autore di importanti testi giuridici, il primo dei quali pubblicato nel 1878.
Nei suoi “Commentari alla legge”, di cui restano anche alcune pagine autografe, concilia grande erudizione con un simpatico spirito partenopeo, intercalando l’ostica materia con brevi commenti in rima. Il suo libro pubblicato nel 1890 “Della responsabilità Pecuniaria imposta ai Pubblici Ufficiali verso lo Stato, nota come il 1/5 dello stipendio”, si legge come un romanzo ed è di tema attualissimo.
Anche il figlio di Vincenzo, Francesco Tango, ingegnere, si dedicherà alla carriera nel Ministero delle Finanze del Regno. Sposato con Eugenia Bonetti, ebbero due figlie, Paola e Giovanna, detta Vanna, stilista e giornalista.

Giuseppe Tango
Non manca però l’arte in famiglia Tango: il fratello di Vincenzo Tango, Giuseppe, nato il 1839 a Napoli, è ingegnere e pittore e partecipa all’Esposizione Nazionale e Internazionale di Roma del 1883, insieme al futuro cognato Cesare Tallone.
Giuseppe, la cui carriera inizia a Cuneo come ingegnere del Genio Militare fino al grado di Generale, visse a Napoli fino a tarda età in una splendida villa al Vomero.
Dalla moglie Lucia Ghiglione ebbe cinque figli, Egisto, che trasferitosi in Romania fu direttore d’orchestra nel teatro della capitale; Ines, Camillo, Bice e Giulia.
Giuseppe Tango scrisse testi di urbanistica, fu autore di progetti di edilizia a Napoli e si dedicò anche all’insegnamento, notizia, quest’ultima, che proviene da una sua lettera spedita a Napoli il 23-11-1915 alla nipote Virginia, in cui non è menzionato il nome dell’istituto: “…quest’anno per effetto dello sdoppiamento di una classe ed in causa di nuovi programmi mi sono piovute sulle spalle 30 ore settimanali d’insegnamento, e per di più mi tocca fungere da direttore della scuola..”
Una sorella di Vincenzo e Giuseppe, Luisa, sposa un cugino primo Santorelli, e il loro figlio Willams si dedica alla critica letteraria. L’ultimogenita, Teresina, da Napoli si trasferisce a Torino.

Enrico Poggi
era Senatore del Regno a Torino nel periodo 1860-1862, gli stessi anni in cui vi risiedeva Vincenzo Tango. Fece parte del governo di Toscana nel 1848-49, come ministro Guardasigilli, e, in tale veste, fu incaricato di proclamare i risultati del plebiscito dal balcone di Palazzo Vecchio. Pochi giorni dopo, il granduca di Toscana lasciava Firenze.
La proclamazione dei risultati del plebiscito popolare (circa 360.000 votanti, a stragrande maggioranza favorevoli all'annessione al regno di Piemonte) fu fatta la sera del 15 marzo 1859. Fu Primo Presidente della Corte di Cassazione a Firenze, storico insigne e Senatore del Regno d’Italia.
Questo 31 maggio 2008, i discendenti Poggi hanno donato al Comune di Firenze la bandiera, custodita da tempo in casa Poggi a Pisa. La bandiera è stata restaurata con molto gusto e sarà esposta nel Museo del Risorgimento di Firenze.
La cerimonia, si è svolta nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, alla presenza di rappresentanti della famiglia. Una curiosità: sembra che in origine la bandiera fosse quella bianca e rossa del granducato di Toscana; successivamente fu aggiunta la banda verde del tricolore italiano ( “forse dalla bisnonna” nota di Andreina Poggi). È molto bella, artisticamente decorata da un bordo a ciuffetti bianco-rosso-verdi.
Le famiglie Tango e Poggi stringono legami di parentela col matrimonio di Antonietta Tango e il pretore avv., erudito e di singolare simpatia, Carlo Ambrogio Poggi, figlio di Enrico Poggi.
Il fratello di Enrico, l’architetto Giuseppe Poggi, diede assetto urbanistico alla città di Firenze dopo l’unificazione. Fu l’ autore del magnifico progetto del Piazzale Michelangelo di Firenze, dove è apposta la lapide “A Giuseppe Poggi - architetto fiorentino - giratevi attorno - ecco il suo monumento MCMXI.”

Le note di Virginia Tango Piatti sull’Albero Genealogico.

Giuseppe Poggi
detto Mimmo, omonimo del famoso prozio, figlio di Antonietta Tango e del pretore Carlo Ambrogio Poggi, fu il geniale architetto che conterà tra i suoi importanti lavori la ricostruzione di Cassino. Piero Bargellini lo definì “Sopraintendente amico degli artisti e poeti”, diresse anche i restauri della millenaria Cappella di Badia a Settimo, dedicata a San Bernardo , dove saranno deposti i resti del poeta Dino Campana, amico della zia Virginia.
Era affezionatissimo alla zia Virginia, della quale fu ospite nei primi anni ‘20 del ‘900 a Firenze, durante gli studi di architettura. Riteneva fondamentale per la sua formazione l’essere vissuto a lungo accanto alla zia e gli artisti e intellettuali che frequentavano la sua ospitalissima casa di Via della Fornace 9.
Così scrive Giuseppe “Mimmo” Poggi nelle “Osservazioni sulle Note di zia Virginia”: “…Ospite della mia famiglia a Cassino nel 1947 a casa Fardelli, la pregai come parente ottantenne [76 anni, n.a.], di scrivermi una bozza di albero genealogico della mia parentela... ne ricavai le quattro paginette qui allegate che sono di suo pugno…”
Si tratta di quattro fogli battuti a macchina con correzioni a penna di Virginia, e di 4 fogli di Mimmo, con correzioni di suo pugno.
Riporto quindi riassumendo le notizie tramandate da Mimmo Poggi, dai fogli conservati dalla figlia Andreina.
Oltre le notizie già da me ottenute dalle annose ricerche negli archivi degli stati civili e delle Curie, si leggono alcune interessanti notizie inedite, che rivelano la parentela coi De Ruggero e i Capecelatro, e curiose annotazioni, come quella riguardante Camilla Santorelli, moglie di Francesco Tango e madre di Vincenzo, che fu “ultima di 18 figli”, e nello stesso modo prolifica era la sorella di sua madre, che mise al mondo anche lei 18 figli, “…tra cui 12 maschi, nobili gaudenti e spendaccioni di cui solo l’ultimo, Guglielmo Santorelli, fu laureato ingegnere. Una sorella di questi sposò il nobiluomo De Ruggero Gonzaga di Albano (il professore De Ruggero, insigne storico napoletano, era della famiglia)”. Altra curiosa annotazione a piè del foglio:“Apparteneva alla famiglia De Ruggero quel bel tomo di generale dei Borboni di Napoli, che, quando il trono del re Ferdinando pericolava, spese il suo patrimonio per mantenere in efficienza l’esercito.”
Virginia annota anche che “la madre di Roberto Bracco, Rosa Bracco De Ruggero era considerata la dama più bella di Napoli.”
Inoltre scrive della parentela dei Santorelli con il cardinale Alfonso Capecelatro, “che fu arcivescovo di Capua e dichiarato papabile ma non accettò la nomina, data la tarda età... Dal fratello Antonio Capecelatro nacque Enrichetta Capecelatro, che andò in sposa al Duca Riccardo Carafa D’Andria: drammaturgo. Essa fu dama di Corte presso la Regina Margherita di Savoia, e fu insigne poetessa e scrittrice.”
Per il ramo Tango, Virginia scrive “dei Marchesi Tango, oriundi di Mantuoro superiore, Irpinia"; tra gli antenati Tango menziona i veneti Conti Baldù, che diedero un Doge a Venezia.
Mimmo Poggi riporta un aneddoto: “Vincenzo Tango, durante la permanenza a Torino, firmò in assenza di Stringher, i biglietti da mille.”
A proposito dei Tarizzo Borgialli da Favria, famiglia della madre di Virgina, ho trovato, tra le carte di Alpignano, una foto con un breve curriculum scritto da Virginia sul cugino della madre, Frate Fulgenzio Borgialli, che aveva esercitato come Missionario in America con grande onore la medicina, riportando in patria “una forte sostanza”.
Aggiunge anche che a Torino fece costruire in parte a sue spese la chiesa della Barriera San Paolo, ritornando a vivere nel convento annesso, come umile e povero frate francescano.
Nel corso delle ricerche, non ho trovato frate Fulgenzio, ma frate Luigi Borgialli da Favria, tra i custodi che hanno servito la Terra Santa, probabimente un parente.
Cesare Augusto Tallone, nelle sue memorie, afferma che la famiglia Tarizzo-Borgialli era di origine provenzale.
Accennerò qui “all’antenato cinese”, di cui ho sempre sentito parlare e del quale i discendenti Tango attuali sono certi, ma non mi risulta che abbiano tentato ricerche documentali. Quanto a me, ci ho provato, ma la ricerca si è arenata nella Napoli Borbonica (attuale, non quella storica).
Il ritratto di Vincenzo Tango del genero Cesare Tallone è salito alla luce recentemente, e si trova presso Palazzo Pitti a Firenze. È curiosa la sua incredibile somiglianza col nipote, figlio di Virginia Tango Piatti, l’ingegnere aereonautico Pio Vincenzo Sanzio, detto Rori.
Mio padre Ermanno e il fratello Alberto possedevano tratti orientali, e molte donne Tango, compresa mia nonna Eleonora e la figlia di Virginia, Rosabianca, avevano un incarnato di pallido color avorio, e un antenato Tango, il cui ritratto è presso un discendente, è di caratteri somatici orientali.
Si dice che nella Reggia di Caserta esista un grande dipinto in cui Francesco Borbone riceve l’ambasciatore cinese, che si vorrebbe nostro antenato.
Io sono giunta, nei documenti dei figli, al padre di Vincenzo Tango, di nome Francesco. Era avvocato, come molti antenati Tango, erano avvocati e notai.

Nota: vedi nel sito la "Ricerca anagrafica e storica degli antenati Tango”, 2014-2023, con buona pace di chi continua a sostenere la presenza di un antenato cinese, doumenti che risalgono al 1500 attestano per via maschile e femminile l’antica genia Tango di Montoro, italiani e borbonici.

Non posso tralasciare di riportare che Cesare Augusto Tallone nel suo libro di memorie, cita tra gli antenati Tango il ramo De Liguori cui apparteneva Santo Alfonso.
Zia Virginia menziona anche l’antenata di Paola Musso, moglie di Jaquet, la bellissima “Muss la bela”, [ il nome primo è probabilmente Cecilia, sono in corso le difficili ricerche n.a.] vissuta alla corte di Luigi XIV, che fu probabilmente la fondatrice della casa di Alpignano, al suo ritorno dalla Francia.
Non mancano accenni di Virginia agli stemma nobiliari, quello Tango recante il motto Noli Me Tangere ; quello Jaquet, recante “un’Aquila”, quello Tarizzo Borgialli, recante il motto Fides Labore Armis.
Per quanto riguarda il ramo Poggi, Virginia riporta notizia dei genitori della moglie del senatore Enrico Poggi, Giulia Romagnoli, figlia di Ettore Romagnoli, celebre musicista senese, mentre Mimmo aggiunge che la madre di Giulia era Teresa Borghese, figlia di una Violante Medici e di Marcantonio Borghese del ramo senese che poi emigrò a Roma, ramo che vide tra i suoi antenati il Pontefice Paolo V.
Nella ricerca su Roberto Bracco ho avuto la fortunata occasione di trovare confermata la parentela in un prezioso libretto di Mario Gastaldi. Nella lettera spedita a Pozzuoli, 16 ottobre 1929, il commediografo scrive: “…Mi chiede se conosco scrittrici napoletane…” e indica come primo della breve lista, il nome e l’indirizzo di Agar (Virginia Tango Piatti), aggiungendo “è una mia lontana parente”.
Le cariche di Antonio Jaquet sono corrette, così come ho potuto constatare nei documenti autografi di Jaquet recentemente in mio possesso, usciti dall’ombra in Alpignano, insieme a molta corrispondenza di famiglia.
Una notizia in più proveniente da lei, invece riguarda un antenato di Jaquet di fine del 1600: Alexis Mallen, ambasciatore per la Savoia in Francia.
Dell’antenata Muss la Bela, esisteva un ritratto ad Alpignano, sparito durante i furti avvenuti dopo il 1967, così come il ritratto di Jaquet in divisa della cavalleria napoleonica, della moglie Paola Musso e della nipote Paola, madre di Virginia. Resta un acquarello dell’ava, conservato dalla nipote di Virginia, la quale possiede anche un cameo Di Jaquet.
Di Paola, moglie di Vincenzo Tango, abbiamo la riproduzione del ritratto eseguito dal genero Cesare Tallone, del quale non si conosce la collocazione.
Della lontana parentela con Enrichetta Capecelatro D’Andria, ero già a conoscenza da memorie di famiglia.
Mimmo Poggi chiosa: “infine non posso tacere che la stessa mia zia che pur essendo filocomunista si vantava molto delle nostre origini nobili…ha esagerato nel dire che mio nonno Enrico Poggi sia stato creato conte con titolo trasmissibile, mentre nella consulta araldica di Firenze noi figuriamo solo come Nobili di Firenze.” [Virginia Tango Piatti il 1924 fu la delegata italiana a Washington del WILPF, Lega Intenazionale per la Pace e la Libertà n.a.]
Non c’è dubbio che il numero di personaggi di valore storico tra i nostri ascendenti sia notevole, e che molti di loro abbiano lasciato traccia del loro operare.
In queste generazioni di giuristi si innesta il ceppo artistico, con Cesare Tallone * che sposa Eleonora Tango il 1888. Pittore che lasciò il segno per la sua personalità, influente su più generazioni, fu direttore della scuola di pittura e del nudo alla Carrara di Bergamo dal 1885 al 1899, e vinse la cattedra di Brera che conservò dal 1899 al 1919. Va menzionato anche il pittore Antonio Piatti, marito di Virginia Tango, allievo di Tallone a Brera, discendente da una genelogia di scultori di Viggiù.
Vedere anche notizie in Ricerca corrispondenza famiglia

* per gli ascendenti Cesare Tallone vedi in sito Cesare Tallone “La gioventù”, cliccando qui.



Cesare Tallone, ritratto di Vincenzo Tango, Palazzo Pitti, Firenze
Cesare Tallone, ritratto di Paola Tarizzo Borgialli Tango.


Eleonora Tango Tallone



Virginia Tango Piatti, foto prop di Francesca Piatti.


Cesare Tallone alla Carrara. Foto scattata da Giuseppe Pellizza, musei di Pellizza da Volpedo.

 


Cesare Tallone nel suo studio di Corso Garibaldi davanti ad Alessandro Pirovano e il suo ritratto.

 


Teresa Tallone nello studio del padre di C. Garibaldi, foto scattata da Emilio Sommariva. Biblioteca Braidense, Milano.


Antonietta Tango Poggi, foto prop di Andreina Poggi.


Carlo Ambrogio Poggi, foto prop Andreian Poggi.


Enrico Poggi, ritratto di Antonio Cisari.
Per gentile concessione dell'Archivio Contemporaneo A.Bonsanti del Gabinetto G.P.Vieusseux, Fondo Ferdinando Poggi.


Giuseppe Poggi, ritratto di Antonio Cisari.
Per gentile concessione dell'Archivio Contemporaneo A.Bonsanti del Gabinetto G.P.Vieusseux, Fondo Ferdinando Poggi.


Leone Poggi.
Per gentile concessione dell'Archivio Contemporaneo A.Bonsanti del Gabinetto G.P.Vieusseux, Fondo Ferdinando Poggi.


Mimmo Poggi, la moglie Elide, la figlia Andreina e la zia Virginia. Cassino 1950 ca. Foto prop di Andreina Poggi

 


 

RICCARDO ARNÒ - maggio 2007

Alpignano(Torino ) 31-12-1866- Torino11-4-1928


Riccardo Arnò studente. Foto appartenuta a Ponina Ciliberti Tallone.

Gigliola Tallone-Archivio Tallone Milano
Info@archiviotallone.com

Ricerca presso il Politecnico di Milano
Archivio Generale
Piazza Leonardo da Vinci, 32 Milano

Ricerca donata alla Biblioteca Comunale di Alpignano.

Introduzione

Riccardo Arnò, figlio di Valentino Arnò e Paolina Sineo, a cui fu intestata dopo la morte prematura la vecchia via Collegno, trascorreva talvolta le vacanze estive nella sua casa di Alpignano (To), insieme alla famiglia del fratello Carlo, professore di diritto, del cui figlio Riccardo, detto Kita, io ho un vivissimo ricordo.
Gli Arnò furono amici dei miei nonni, il pittore Cesare Tallone e sua moglie Eleonora Tango, erede della casa materna Tarizzo-Borgialli, e l’amicizia tra le famiglie continuò fino alla mia generazione.
Nell’aia degli Arnò, da antichissima consuetudine, si faceva in autunno la “spannocchiatura” e l’assaggio del vino nuovo delle nostre vigne, con gran giubilo dei bambini e mio personale e indimenticabile ricordo.
Alla sua scomparsa, la comunità scientifica del tempo e la stampa lo commemorarono con la rilevanza che “il grand’ufficale professore Riccardo Arnò” meritava pienamente.
Per il prestigioso curriculum, le sue ricerche, le scoperte, la sua devozione all’insegnamento, lascio parlare i documenti che allego, <1> non senza però osservare che i nostri grandi scienziati sono spesso tristemente dimenticati.
Le scarsissime notizie su Riccardo Arnò mi hanno indotta alla determinazione di effettuare una ricerca là dove egli insegnò dal 1899 al 1928, al Politecnico di Milano.
Vuole, il mio, essere un omaggio all’uomo e allo scienziato che viveva a fianco di casa Tallone, in una casa perfettamente speculare alla nostra, e probabilmente, in origine, facente parte di un unico edificio.
Gli studi sull’elettromagnetismo- e non dobbiamo dimenticare che Riccardo Arnò fu uno dei più importanti studiosi del campo- segnavano all’epoca un sottile confine tra realtà fisica e speculazioni metafisiche.
La Casa Arnò era frequentata quindi da studiosi di fama che non disdegnavano di sperimentare energie di tipo esoterico, del resto seguendo un costume che coinvolse molti studiosi di altre nazioni.
Per rilevare la componente spirituale, indissolubile dalla speculazione scientifica di quei tempi, basta leggere le parole alate di Arnònel discorso in occasione dell’inaugurazione del monumento a Galileo Ferraris, a proposito del campo magnetico rotante: “…la cui soluzione, balenata quale guizzo di fuoco cosmico e celeste, si rivelò come per incanto sovrumano, in un’ora di riposo e svago, alla mente di Galileo Ferraris.”
Purtroppo alcuni componenti di quella famiglia geniale erano toccati, e da generazioni, dal terribile destino del suicidio e della follia. Pena forse per il dono di una intelligenza e sensibilitàspecialissime, che non esito a definire chiaroveggenza.
Auspico che un giovane alpignanese laureando in ingegneria sia attratto da questo mio piccolo contributo alla memoria di un grande scienziato, tanto da voler dedicare a Riccardo Arnò, una tesi di Laurea.
Gigliola Tallone

<1> tra i documenti appartenuti alla famiglia Tallone, è qui allegato anche un testo di Carlo Arnò, professore di diritto

INDICE DEI DOCUMENTI del POLITECNICO DI MILANO


CURRICULUM SCIENTIFICO ED ACCADEMICO DEL PROF. RICCARDO ARNÒ

PROF. RICCARDO ARNÒ TITOLI ACCADEMICI E PREMI-MEMORIE E NOTE

CARTEGGIO DEL MINISTERO DELLA ISTRUZIONE PUBBLICA

LETTERE AUTOGRAFE

DISCORSO DI RICCARDO ARNÒ IN OMAGGIO A GALILEO FERRARIS

COMMEMORAZIONE DEL PROF. ING. COMM. RICCARDO ARNÒ
11 GIUGNO 1928 Milano, Stab.Tip. Stucchi-Ceretti (società anonima),1928 –contenente fotografia di Arnò quarantenne

ARTICOLI DI GIORNALI
LA STAMPA 12-4-1928, IL SECOLO 11-4-1928, LA GAZZETTA DEL POPOLO 12-4-1928


DOCUMENTI APPARTENENTI ALLA FAMIGLIA TALLONE GIACIUTI IN ALPIGNANO, VIA RICCARDO ARNÒ DONATI ALLA BIBLIOTECA DI ALPIGNANO

FOTOGRAFIA GIOVANILE DI RICCARDO ARNÒ

ARTICOLO LA STAMPA 12-4-1928
ARTICOLO GIORNALE NON IDENTIFICATO
(L’unico articolo in cui si legge che Riccardo Arnò è nato ad Apignano, gli altri riportano Torino)

COMMEMORAZIONE DI GALILEO FERRARIS NELL’ASSEMBLEA GENERALE IN TORINO, IL 7 MARZO 1897 DAL CONSIGLIERE RICCARDO ARNÒ, Associazione Elettrotecnica Italiana, tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C., Milano 1898

PROF. RICCARDO ARNÒ, METODI E STRUMENTI DI MISURA PER SISTEMI TRIFASI, NOTA DEL PROF. RICCARDO ARNÒ LETTA AL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE ELETTRICISTI IN COMO IL 19 SETTEMBRE 1899 Milano, Tip. Bernardoni di C. Rebeschini e C., 1900

METODI E STRUMENTI DI MISURA PER SISTEMI TRIFASI, NOTA DELL’ING. PROF. RICCARDO ARNÒ SEZIONE DI MILANO NELLA SEDUTA DEL 19 DICEMBRE 1900, Torino, Tip. Camilla e Bertolero di N. Bertolero, 1901

DISCORSO PRONUNCIATO DAL PROF. RICCARDO ARNÒ IN OCCASIONE DELL’INAUGURAZIONE DEL MONUMENTO A GALILEO FERRARIS IN LIVORNO PIEMONTE IL 18 MAGGIO 1902
Torino, Unione Tipografico-Editrice, 1902

RELAZIONE DELL’ING. GIULIETTI SUL LABORATORIO DEL PROFESSORE ARNÒ, Redazione dell’”Industria”(senza data)

PROF. RICCARDO ARNÒ, ESPERIENZE COL TUBO DI BRAUN SULLA COMPOSIZIONE DEI VETTORI ROTANTI ED ALTERNATIVI Comunicazione alla sezione di Milano della Associazione Elettrotecnica Italiana, estratto da L’Elettrotecnica-Giornali e atti dell’associazione Elettrotecnica Italiana, 15 giugno 1922

PROF. RICCARDO ARNÒ, DEL R. POLITECNICO DI MILANO TRASMISSIONE E IRRADIAZIONE DELLA ENERGIA ELETTRICA
Resoconto stenografico della lezione tenuta la sera del 27 gennaio 1927, Milano, Istituto Fascista di Cultura, 1927

CARLO ARNÒ, LA TEORICA DEL “PERICULUM REI VENDITAE”
NEL DIRITTO ROMANO CLASSICO, Torino Unione Tipografico-Editrice, 1897

DELIBERA DELLA R. PREFETTURA DI TORINO, BIBLIOTECA COMUNALE ALPIGNANO

CAMBIAMENTO DENOMINAZIONE DELLA VIA COLLEGNO IN VIA RICCARDO ARNÒ


Riccardo Arnò docente al Politecnico di Milano.

Nota luglio 2008-07-10
La mia sollecitazione a continuare le ricerche è stata accolta da chi, più tecnico di me, ha seguito le tracce dei brevetti internazionali e del rapporto dell’Ing. Arnò con L’Olivetti, il cui fondatore era compagno di studi di Arnò.
Il campo di ricerche è vasto e ancora in parte inesplorato, sollecito un volonteroso laureando a sfidarsi in una tesi che sarà un’avventura avvincente.


Gigliola Tallone

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